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Il concorsone per l’insegnamento, speranza di tanti giovani e meno giovani alla ricerca di un impiego

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susi marotti

Susi Marotti ci racconta il concorsone

PC Sono moltissimi quelli che in questi giorni si stanno cimentando con il concorso per diventare docenti, il primo dopo 13 anni. Ci ha così divertito il racconto dell’ultima prova di Susi Marotti, nostra commentatrice e affezionata lettrice, nonchè amica da sempre, che le abbiamo chiesto di farcene un post. Eccolo.
“Lunedì 18 febbraio, 7.15 del mattino. Siamo già tutti all’ingresso della scuola che ospita il concorso, sì proprio quello, il maxi concorso per l’insegnamento, il concorsone, l’ultima spiaggia di precari, ma anche di giovani laureati e di anziani a spasso. Ammessi tutti. Anche chi non ha l’abilitazione all’insegnamento e non ha passato gli ultimi 20 anni a fare il precario e a partecipare a graduatorie. Anche chi, alla prova preselettiva, ha preso meno di 35, soglia minima per continuare l’avventura. È bastato fare ricorso. Alle 8 ci chiudono tutti nelle aule e ci spiegano le procedure corrette affinché il compito non sia annullato. Una volta terminato di scrivere, non più di 22 righe per quesito per quattro facciate, pari alle quattro domande, non prima però del tempo concesso e non un minuto dopo, dovrai infilare l’elaborato in una busta con dentro anche un’altra busta chiusa che contiene un foglietto, ripiegato, con le tue generalità. E non sono ammesse cancellature o correzioni in bella, che potrebbero sembrare dei segni di riconoscimento. “E non dimenticatevi di consegnare anche i fogli di brutta e la penna che vi abbiamo fornito e lo stampato con le tracce d’esame. E non pasticciatelo!” E chissà perché, dato che finisce poi nel calderone dei materiali da buttare. “E non si allontani signorina (?) che devo chiudere la busta in sua presenza.” Così rimani prigioniero fino alle 9.36 quando, in ritardo di 36 minuti, finalmente, arriva il compito. Direttamente dal Ministero, forse il Frecciarossa era in ritardo? E a quel punto sei fottuto, per le successive due ore e trenta minuti non puoi abbandonare l’aula per nessun motivo, non puoi neanche andare in bagno e ti rassegni a scrivere. In compagnia di due professori, a onor del vero professoresse, che vigilano affinché tu non copi. Nell’attesa che tutto iniziasse avevano scambiato un paio di battute a voce alta. “Ne hai rimasti di fogli? Melius abundare cum deficere.” Come Totò e Peppino. “Signorina, veniamo noi con questa mia a dirvi… addirvi, una parola…”. (Susi Marotti)


Archiviato in:Uncategorized Tagged: concorco insegnanti, concorsone, disoccupati, giovani, giovani laureati, precari, Susi Marotti

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